La Salsa Cubana viene suonata a un tempo di 35 – 60 BPM. E’ ballata sul 1° battito musicale a un ritmo di 4/4. Tuttavia presenta delle enormi peculiarità che si distanziano profondamente dallo Stile Portoricano. Infatti, nella salsa cubana (forse più potente, fortemente ritmica, esageratamente marcata) i ballerini danzano generalmente in modo circolare, spostandosi continuamente nei loro giri su sé stessi e attorno al partner, senza mai tenere una metrica ben definita o una linearità marcata, ma muovendosi liberamente attorno la pista. La Salsa Cubana è nata a Cuba e lì si è sviluppata senza subire importanti influssi dall’esterno nei secoli a partire dal XVII fino ai nostri giorni in cui viene chiamata “Timba”. L’ultima evoluzione della Salsa Cubana prevede una minor impostazione della danza che risulta quindi più “libera” rispetto alla Portoricana che viene ballata in linea. Un esempio significativo per esprimere questo concetto ci viene dato dall’uso della mano della ballerina che si muove sempre disegnando rotazioni dal basso verso l’alto, che terminano o con il palmo o verso l’alto oppure, nel caso del braccio disteso, con il palmo verso il basso. Musicalmente la “salsa cubana” cominciò a distanziarsi sino a raggiungere una propria connotazione individuale a partire dalla nascita del gruppo Irakère, nel 1973. Il maestro Chuco Valdes, direttore del famoso gruppo, riunì tutti i migliori strumentisti di allora. Con un poderoso reparto di fiati, le batterie-drums e le percussioni batà, il Gruppo Irakere non solo interpretò il miglior Jazz e Latin Jazz dell’epoca, ma affrontò la musica ballabile con una sonorità, uno stile ed una forza, sino ad allora sconosciuti. Dopo Irakere ecco comparire su quelle stesse orme una nuova orchestra: quella di N.G. La Banda diretta da Josè Luis Cortes, ex flautista e saxofonista di Irakere. N.G. riuscì ad imprimere nuove ed impressionanti sonorità nelle sue esecuzioni ed è padre putativo di tutte le successive orchestre che si vanno via via affermando nella stessa direzione come la Charanga Habanera, Paulo F.G., Bamboleo, Issac Delgado (quest’ultimo con caratteristiche molto personali, dovute anche alle straordinarie capacità di interpretazione). Queste sono state, tra le moltissime altre, le Orquestre cubane che più hanno marcato l’onda della “salsa cubana”, che hanno invaso radio, televisione, scenari cubani ed internazionali durante il decennio degli anni “90 (riconosciuto come il decennio d’oro della “salsa cubana”).
Un capitolo a parte merita l’Orquesta dei Los Van Van e del suo direttore Juan Formell. Anche se ricompresi nel fenomeno “timba” nella sua complessità, Los Van Van si sono sempre differenziati per sonorità, elementi stilistici e concettuali. Sin dai suoi inizi, nel 1969, in formato di charanga, il Maestro Formell ha sperimentato nuove timbriche, utilizzando anche la chitarra elettrica ed un duo di flauti e creando il ritmo songo, variante musicale graditissima e facilmente assimilata da tutti i “bailadores di salsa”. Los Van Van hanno avuto due meriti storici: rompere l’egemonia del mercato dominato dalle orchestre di salsa straniere e rimanere per ormai quasi 40 anni nella preferenza del pubblico cubano.
Un’importante differenziazione con lo stile Portoricano è dovuto alla geografia politica dell’isola Cubana, fortemente comunista con una influenza africana assai presente nel tessuto sociale, e con poche possibilità di scambi culturali dovuti all’embargo Statunitense che costrinse l’isola socialista ad una chiusura politico — economica non indifferente. Paradossalmente provocando una conservazione del tutto integrale dei balli popolari Afro — Cubani mantenendo le loro tradizioni, ancora integre, vive e vegete, nonostante il percorso dei tempi. Ragion per cui L’isola caraibica, fucina di cultura e folklore, ha preservato integralmente le origini dei suoi balli e l’evoluzione. Questa caratteristica politica, in apparenza distante dalla coreutica popolare, in realtà ne ha determinato un differente approccio con il ballo.
Dovuto alla impossibilità di scambi culturali, cuba non ha partecipato all’evoluzione musicale, che ha tuttavia conservato ermeticamente, mantenendone vive le tradizioni.
Una peculiarità assai marcata nei ballerini cubani sta nell’approccio erotico-trasgressivo che hanno con il ballo. Dove avvicinarsi corpo a corpo, mantenere un contatto, divengono caratteristica del ballo in sé.
Tuttavia, risulta impresa ardua e difficile, voler tracciare degli stili ben definiti, nonostante la chiusura subita, anzi nelle differenze sostanziali, la Salsa Cubana, trova il suo punto di forza e la sua caratteristica più eccentrica.
Infatti nelle migliaia di modi in cui viene ballata vi troviamo al vertice una salsa più da cabaret, ovvero una salsa stilizzata con la danza, quella che ha come particolarità l’uso di geometrie di danza e che è possibile vedere nei ballerini provenienti dal mitico “Tropicana” o nei lussuosi cabaret dell’Havana, come il “Parisienne”.
Ne scaturisce uno stile molto elegante e ricercato, che parte da una profonda conoscenza delle possibilità espressive del proprio corpo, conseguenza di anni ed anni di studio, trascorsi all’ISA (Istituto Superiore dell’Arte dell’Havana) o all’E.N.A. (Escuela Nacional De Arte) o presso la scuola dello stesso “Tropicana”, figlie primogenite delle invenzioni di qualche famoso coreografo (come Rodnei Neira o Santiago Alfonso).
La salsa cubana era in origine chiamata “Casino Cubano”, da questo prende il nome la Rueda de Casino.
Vi troviamo, inoltre, una salsa influenzata dal mitico “Son”, ballata in contrattempo, estremamente elegante e contenuta, fatta di poche ed essenziali figure ma di molti accenti corporei, vissuta con una certa alterigia, patrimonio soprattutto delle vecchie generazioni di bailadores.
Non è difficile imbattersi nella visione di una salsa molto elaborata, influenzata soprattutto dalla popolarità che ha avuto il rock and roll a Cuba negli anni ’50. Una salsa molto “macha”, (mascolina) veloce e rapida, piena di intrecci e di finte, bisognosa anche di una buona base atletica e di una certa dose di virtuosismo.
Abbiamo quindi una salsa “Rumbeada”, dove i singoli ballerini accentuano la parte afro di questo ballo, introducendo alcune movenze, gesti o accenti corporali provenienti sia dalla “Rumba” che dai balli di “Santeria”.
Abbiamo ancora la più famosa delle stilizzazioni di Salsa Cubana, una “Salsa-Timba”, ovvero una salsa che si balla prevalentemente staccati con l’utilizzo di movimenti corporei molto erotici, da alcuni ribattezzati tembleque e despelote.
La Timba, conosciuta anche come Hipersalsa, non è un nuovo ritmo, ma un nuovo suono, che nasce a Cuba dalla mano di Manolín “el Medico de la Salsa”.
Nella Salsa-Timba si fondono ulteriormente il Son, la Salsa, il Rap ed il Pop.
Il ballo è totalmente libero: si può ballare in coppia o individualmente e la sua caratteristica è il movimento spasmodico del corpo e delle mani che seguono il ritmo della musica.
I suoni del piano, della batteria, della tumbadora e dei timbales si appoggiano allo strumento-protagonista: il bajo. Questo strumento sviluppa un suono molto contagioso e particolare che permette ai ballerini di ideare vistose coreografie in un vortice di giri e piroette
Esiste inoltre marcate differenze sul tempo di esecuzione dove i ballerini ballano rigorosamente “en contratiempo” (a tempo di son), a quelli che ballano a tempo; da quelli che ballano sul terzo tempo, per finire con quelli che ballano sul tempo libero, secondo l’ispirazione del momento.
Difficile dare uno standard!
Tuttavia riteniamo doveroso, visto la stragrande maggioranza di ballerini che la eseguono, di ballare al tempo n° 1, per le competizioni.
Dobbiamo comunque accettare con serenità che esistono diversi modi di interpretare questo tipo di musica che per alcuni è son, per altri songo, per altri ancora salsa e per altri ancora timba.
Una cosa è però certa: Cuba rimane una importantissima fonte di ispirazione per tutti gli amanti del ballo e della musica afro-latino-caraibica.